Le quattro stagioni_from Summer to Autumn
musica The Four Season, recomposed by Max Richter, P. Marino, F. Albanese
una coproduzione Arearea/Mittelfest 2016
Dieci danzatori, due stagioni: Estate e Autunno. Arearea si misura con Le Quattro Stagioni di Vivaldi riscritte da Max Richter. Freschezza e nostalgia, sorrisi e cadute rendono il lavoro un elogio alla vita.
L’Estate è il femminile, è soprattutto il nostro attaccamento alla realtà sensuale del mondo. Ne assaporiamo la quiete dopo una tempesta. La tempesta, così sceglie di aprire Vivaldi, crea un incantevole disordine. E che pace, e che frescura, e che desiderio di ascoltare ogni minimo impulso naturale. Nulla è inutile, ricorda Camus in “Estate e altri scritti solari”, tutto può servire a nascere una nuova volta.
Il progetto
Arearea rielabora la sfida del “compositore di protesta” e fa vibrare il suo linguaggio corporeo contemporaneo per il nuovo progetto site specific co-prodotto da Mittelfest 2016. La cicuitazione della creazione è stata sostenuta dalla regione Friuli Veneszia-Giulia, la Fondazione Crup e diversi comuni del territorio: Udine, Staranzano, Pro Loco di Venzone, Associazione Le scuelute di Castions delle Mure, comune di Rivignano-Teor.
Per la versione urbana Arearea ha coinvolto quindici danzatori e articolato uno spettacolo di danza urbana itinerante suddiviso in quattro atmosfere. Ogni stagione una location naturale diversa, ogni ambiente una qualità di movimento diversa. Marta Bevilacqua e Roberto Cocconi scelgono Estate e Autunno per un adattamento teatrale attraverso tappe residenziali a partire da novembre 2016.
Le Quattro Stagioni – From Summer to Autumn – il linguaggio
La scrittura del gesto ci rivela, di più e meglio, delle opere che abbiamo voluto con tutta la nostra forza consapevole. La comprensione del gesto e della sua eccedenza di significati, è tra le sensibilità più rare.
D’altra parte il coreografo e il danzatore lavorano nella materia magnifica e futile che si chiama presente e il presente, si raffigura sempre con un gesto.
Il nostro è un gesto geografico, localizzato, portatore e veicolo di una complessità mediterranea, che, non a caso, danza il richiamo delle Quattro Stagioni. La felicità è tutta qui, non c’è un altrove. E’ qui che danziamo, qui ed ora.